Cento anni fa erano poco meno di 200; nel 1938 avevano raggiunto la cifra di 367 . Oggi tra i medici italiani con meno di 50 anni, sei su dieci sono donne. E, tra i medici con età compresa tra i 40 e i 49 anni, la proporzione sale al 64%: quasi due su tre. La femminilizzazione della professione medica è senza dubbio una tematica moderna, ma testimonia un cammino sempre in crescendo sulle orme di Ernestina Paper, originaria di Odessa, la prima donna che discusse la sua tesi all’Università di Firenze nel 1877; seguita, l’anno successivo a Torino, da Maria Farné Velleda, seconda laureata d’Italia in Medicina. I dati sono tratti tra quelli elaborati, come ogni anno, in occasione dell’8 marzo dal Ced della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli Odontoiatri e aggiornati al 18 febbraio scorso. Dati che mostrano, nelle fasce d’età più giovani, un leggero incremento della forbice, a favore della quota al femminile, rispetto a un anno fa. C’è da dire, tuttavia, che i medici under 50 sono solo il 42% dei 422511 iscritti al loro Albo. Percentuale, questa, sottolinea la Fnomceo, che fa il paio con i dati Eurostat, che indicano l’Italia come il Paese europeo con i medici ancora attivi più anziani per età.
In ogni caso, se consideriamo la platea dei medici con meno di 70 anni, tutti potenzialmente ancora in attività anche all’interno del Servizio sanitario nazionale, il quadro cambia, ma di poco: sono ancora le donne ad essere in vantaggio, anche se con una percentuale più risicata, il 53%.
Situazione esattamente opposta, invece, se guardiamo al totale dei medici iscritti agli Albi: più numerosi sono allora gli uomini, con la stessa percentuale del 53%. Questo perché tra gli over 75 che restano iscritti all’albo, circa 35000, oltre 29000 sono uomini, l’83% (un punto percentuale in meno rispetto allo scorso anno). Percentuale che scende al 76%, rimanendo comunque elevata, se consideriamo tutti i medici con più di 70 anni.
“Nel nostro Servizio sanitario nazionale le colleghe sono ormai, da almeno cinque anni, la maggioranza – commenta il Presidente della Fnomceo Filippo Anelli – soprattutto nelle fasce di età dove va costruita la carriera e in cui aumentano le responsabilità professionali e quelle familiari. I modelli organizzativi, gli orari di lavoro devono sempre più tener conto di questa realtà, valorizzando le professioniste e i professionisti, prevedendo modelli organizzativi che permettano a donne e uomini di conciliare i tempi di lavoro con quelli della vita privata e della famiglia e che tengano in debito conto, non facendole pesare sugli organici già ridotti, le possibili assenze per maternità. Per garantire pari opportunità, la femminilizzazione della professione e gli strumenti per affrontarla sono anche al centro del programma per il mandato appena iniziato del nuovo Comitato Centrale. Occorre, infine, investire sulla sicurezza. Il 12 marzo, a Foggia, celebreremo la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari e chiederemo politiche di prevenzione e di rafforzamento della sicurezza”.
A tenere testa al gentil sesso sono gli Odontoiatri, al 70% uomini. Ma anche questo primato è in pericolo perché tra i giovani odontoiatri siamo già al pareggio.