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In crisi anche il “secondo pilastro della sanità”

In drastica diminuzione gli iscritti ai fondi integrativi

Diminuiscono gli iscritti ai fondi integrativi ed entra difficoltà la sostenibilità da parte di enti, fondi, casse e società di mutuo soccorso. Sono considerati il secondo pilastro della sanità “ma - avverte Ivano Russo presidente dell'Osservatorio Welfare e Salute che monitora proprio il mondo della Sanità integrativa -  a poco a poco si cominciano ad avvertire scricchiolii nel sistema”. Sta di fatto che nell'ultimo decennio i nuovi iscritti erano cresciuti al ritmo di un milione all'anno raggiungendo i 16,2 milioni nel 2021. Poi nel 2023 il ritmo si è come fermato. Oggi rappresentano solo il 24% della popolazione. E il numero dei Fondi integrativi è addirittura calato: dai 334 nel 2022 nel 2023 sono scesi a 324.

Evidentemente qualcosa non funziona se è vero come è vero che, secondo i contratti collettivi firmati, avrebbero diritto a qualche forma di Sanità integrativa 15 milioni di lavoratori, ma quelli effettivi iscritti sono 8 milioni, circa la metà è dunque esclusa. Quindi uno dei problemi sorti è costituito da quei datori di lavoro che eludono il diritto dei loro dipendenti. In effetti gli altri 8 milioni che risultano iscritti, oltre ai lavoratori in regola, sono oltre 4 milioni di familiari degli iscritti, 2 milioni di professionisti, privati e numerosi pensionati.

Fondi integrativi a parte è chiaro che c’è bisogno di qualche intervento forte: lo dicono anche i numeri della spesa sanitaria: sempre nel 2023 - come ha registrato recentemente la Ragioneria generale dello Stato - a fronte di quasi 133 miliardi di spesa pubblica per finanziare il Ssn, quella pagata direttamente dai cittadini per avere le prestazioni (la cosiddetta out of pocket) ha raggiunto i 43 miliardi. In pratica un euro su tre per le cure lo pagano gli italiani di tasca propria. La spesa in prestazioni erogata dai Fondi integrativi nel 2023 è stata di 3,2 miliardi, poca roba rispetto alla montagna di soldi che spendono gli italiani per curarsi.

D’altra parte per chioffre sanità integrativa  non è marginale il nodo della sostenibilità: da una parte la platea non aumenta perché resiste l'elusione contributiva e dall'altra aumenta la richiesta di prestazioni e il rapporto tra premi e sinistrisi inclina verso il negativo per i fondi tanto che “tra qualche anno – fanno sapere gli erogatori - non ci sarà più convenienza economica e ci sarà la fuga di assicurazioni e altri player dalla sanità integrativa”.


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