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Gimbe – ADI:  il Pnrr penalizza il Sud

Tra le regioni maggiormente in difficoltà Campania, Sicilia e Sardegna

L'Italia in materia di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) è ancora fortemente “spaccata in due”. A pagare il prezzo più alto sono ancora le regioni meridionali, che arrancano rispetto a quelle del centro-nord, specialmente Campania, Sicilia e Sardegna. E le riforme previste dalla Missione Salute del Pnrr non sembrano ancora in grado di sanare una situazione di disagio per milioni di famiglie, destinata ad aggravarsi in futuro, se l'Esecutivo non interverrà con progetti strutturali.

A lanciare l'allarme è la Fondazione Gimbe nel Report a commento dei dati resi pubblici il 20 aprile sul portale del Ministero della Salute che monitora lo stato di attuazione del Pnrr.  L'aspetto più preoccupante rilevato dal GIMBE riguarda il capitolo sull'assistenza domiciliare nel triennio 2023-26.

In dettaglio, si legge nel Rapporto, per raggiungere l’obiettivo previsto dal decreto del Ministero della Salute  di garantire l'ADI ad almeno il 10% della popolazione over 65, il Pnrr prevede di aumentare le persone prese in carico. Si tratta di un incremento che va dagli oltre 640 mila del dicembre 2019 a poco meno di 1,5 milioni nel 2026. Per un aumento totale di oltre 808 mila persone anziane assistite.

Il Report Gimbe però mette in guardia a proposito delle previsioni dei target intermedi. Mostra infattiche stando a quanto registrato dall’AGENAS nel 2023, il target di incremento nazionale previsto per quell’anno di 526 mila unità, in realtà è stato superato dell’1%.

"Tuttavia - puntualizza Cartabellotta - il dato nazionale è distorto dai risultati estremamente differenti raggiunti dalle Regioni. Infatti, rispetto ad una media nazionale del 101 %, alcune Regioni fanno registrare incrementi molto rilevanti ed altre no...”. Ad esempio, tra le aree maggiormente coperte dall'assistenza, il Report-Gimbe indica la Provincia autonoma di Trento (235%), l'Umbria (206%), Puglia (145%), Toscana (144%). Risultati di gran lunga differenti, ed in senso negativo, con regioni come la Sardegna (77%), la Campania (62%) e, soprattutto, la Sicilia che rimane fanalino di coda, con un incremento di appena l'1% di over 65 assistiti a domicilio previsto fino al 2026. Una situazione, la conclusione del Rapporto, di gravissima disparità che non può essere “assolutamente ignorata” dalle politiche delle autorità socio-sanitarie nazionali.

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