Ormai sentir parlare dei problemi della sanità italiana, sembra quasi di udire le arie di quel meraviglioso quanto drammatico “Requiem”, di Wolfgang Amadeus Mozart, la sua ultima composizione, rimasta incompiuta per la sua morte sopraggiunta. E a dire il vero in tanti – menagramo o meno che dir si voglia parlano di agonia della sanità. Sta di fatto che non c’è da stare sereni tra liste di attesa a tempo infinito, milioni di persone che non si possono curare perché non hanno i mezzi economici necessari, infermieri che non si trovano, i pochi medici che ci sono rimasti che o espatriano, o lavorano a gettoni d’oro, o addirittura sfiniti vanno in pensione, le famose Case di Comunità che dovrebbero assicurare l’assistenza territoriale appaiono cattedrali deserte nel deserto assistenziale, tariffe per prestazioni convenzionate che, seppur invecchiate con la stessa popolazione, vengono aggiornate al ribasso anziché al ripianamento con i maggiori costi.. Potremmo continuare il triste elenco sino alle pagine che, ancora una volta, aggiunge in questi giorni la fondazione GIMBE: tra i medici che ci mancano oltre 5.500 sarebbero di medicina generale (Mmg). Proprio nel momento in cui sempre più cittadini faticano a trovare un medico di famiglia, soprattutto nelle grandi Regioni. E per l’immediato futuro le previsioni sono tutt’altro che rosee: il numero di giovani medici che scelgono questa professione continua a diminuire. Con una popolazione sempre più anziana e malata: nel 2023 gli over 65 erano oltre 14,2 milioni, di cui più della metà affetti da due o più malattie croniche. Intanto, la politica propone la dipendenza dei medici di famiglia come soluzione, senza alcuna valutazione d’impatto economico, contributivo, organizzativo e professionale.
E’ bene ricordare che ogni cittadino iscritto al Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) ha diritto a un Mmg che permette di accedere a servizi e prestazioni inclusi nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). Il Mmg non è un dipendente del Ssn, ma lavora in regime di convenzione con l’Azienda Sanitaria Locale (Asl): il suo rapporto di lavoro è regolato dall’Accordo Collettivo Nazionale (Acn), dagli Accordi Integrativi Regionali e dagli Accordi Attuativi Aziendali, definiti a livello di singola Asl.
"L’allarme sulla carenza dei Mmg – afferma Nino Cartabellotta Presidente della Fondazione Gimbe – riguarda ormai tutte le Regioni e affonda le radici in una programmazione inadeguata, che non ha garantito il ricambio generazionale in relazione ai pensionamenti attesi. Negli ultimi anni poi la professione ha perso sempre più attrattività, rendendo oggi spesso difficile per i cittadini trovare un Mmg vicino a casa, con conseguenti disagi e rischi per la salute, soprattutto per anziani e persone fragili".
Ma la goccia che fa traboccare il vaso è che c’è chi lancia un allarme che, proprio in questo momento, appare inopportuno se non scellerato: secondo la proiezione di dati elaborati da una società di cui preferiamo non fare il nome – tuttavia documentabile – nel 2039 potremmo subire un eccesso di 60 mila unità di medici… se non si pone un freno a “tutti questi provvedimenti per aumentare il numero dei professionisti”. Ogni commento sembra inutile.