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Luci ed ombre nell’Italia che sarà

Come è noto il Governo ha trasmesso al Parlamento il DEF 2024. Ora inizierà l’iter Parlamentare. Dobbiamo dire che le previsioni, o meglio i rumors che hanno accompagnato l’attesa di conoscerne il testo hanno trovato conferma nelle stesse parole del Ministro Giorgetti durante la conferenza di presentazione. Ha infatti ricordato che “non è la prima volta che il Def ha solo le stime tendenziali” e che “anche in ambito europeo, l'Italia non sarà l'unico Paese a presentare un Def semplificato proprio per la natura di transizione delle nuove regole europee che entreranno in vigore dal 1 gennaio 2025”. La cosa non è che ci lasci tuttavia tranquilli, anche perché aleggia sempre lo spettro dell’ormai famigerato Superbonus edilizio che, come ha tenuto a ribadire Giorgetti, ha creato degli sfraceli nelle casse dello Stato, soprattutto nel debito pubblico. Il Ministro ha però voluto accendere, a questo proposito, un lumicino di speranza: nel 2026 il debito comincerà a scendere.

Proviamo ora a dare uno sguardo di sintesi ai dati di contesto macroeconomico, così come rilevati dagli analisti.

PIL: nel 2023 il PIL reale è cresciuto dello 0.9%, superiore allo 0.8% prefigurato a settembre nella NaDEF. La previsione tendenziale di crescita del PIL rispetto al 2024 si attesta all’1,0%, in calo rispetto all’1.2% previsto dalla NaDEF in ragione di una scelta prudenziale dovuta all’incertezza del contesto internazionale. Inoltre, la crescita è prevista all’1,2% nel 2025, 1.1% nel 2026 e dello 0,9% nel 2027. Nell’insieme si confermano la capacità di ripresa dell’economia italiana e della sua domanda interna, la tenuta del settore estero e il comportamento favorevole del mercato del lavoro. La crescita del PIL sarà sostenuta dagli investimenti connessi al PNRR – che verranno meno dal 2027 – e da un graduale recupero del reddito reale delle famiglie.

  1. Rapporto debito/PIL: Il rapporto debito/PIL a fine 2023 è stimato pari al 137,3%, in diminuzione di 3,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Tale stima risulta inoltre più contenuta, per circa 2,9 punti percentuali, della previsione della scorsa NADEF – dove era previsto al 140.2%. Rispetto al massimo storico registrato nel 2020 (154,9%), la riduzione cumulata nei tre anni successivi è stata dunque pari a 17,6 punti percentuali. È prevista una crescita moderata al 137.8% nel 2024, al 138.9% nel 2025 e al 139.8% nel 2026, per poi assestarsi al 139.6% nel 2027. Sottolineato come la revisione dei costi relativi al Superbonus ha comportato un peggioramento del disavanzo primario rispetto a quanto previsto nella NADEF, poiché l’impatto delle spese è contabilizzato interamente nell’anno in cui è maturato il diritto.
  2. Deficit: nel 2023 il deficit è stato pari al 7.2%, superiore dell’1.9% all’obiettivo della NaDEF in ragione dei maggiori costi sostenuti a causa del Superbonus. Nel prossimo triennio, il deficit tendenziale scenderà al 3,7% del PIL nel 2025, al 3,0% nel 2026 e al 2,2% l’anno successivo.
  3. Inflazione: la nuova proiezione macroeconomica per il 2024 si caratterizza anche per un tasso di inflazione significativamente inferiore a quanto previsto a settembre scorso. Il deflatore dei consumi è previsto in rallentamento all’1,6% nel 2024, per poi risalire fino all’1,9% nel biennio 2025-2026 e ridursi all’1,8% nel 2027. Il deflatore del PIL è previsto al 2,6% nel 2024, per poi ridursi gradualmente nel triennio 2025-2027, fino ad attestarsi all’1,8% per cento nel 2027. La rapida riduzione del tasso d’inflazione nel 2023, attestatosi al 5.9%, è stata favorita dalla diminuzione dei prezzi di elettricità, gas e combustibili, mentre in senso contrario hanno agito i prezzi dei beni alimentari.
  4. Occupazione: in base alla rilevazione sulle forze di lavoro, nel 2023 il numero di occupati è cresciuto del 2,1%, in lieve rallentamento rispetto all’anno precedente, portando il tasso di occupazione al 61,5%. Per quanto riguarda il 2024, il mercato del lavoro dovrebbe rimanere solido, con un tasso di disoccupazione che è previsto scendere ad una media del 7,1% nel corso del 2024 (rispetto al 7,7% del 2023). Il medesimo dato è previsto scendere al 7,0% nel 2025, 6,9% nel 2026 e 6,8% nel 2027.
  5. Pressione fiscale: la pressione fiscale dovrebbe scendere al 42.1% del PIL nel 2024, per poi attestarsi al 42.3% del PIL nella media nel triennio 2025-2027.
  6. Spesa per interessi: nel 2024 la spesa per interessi dovrebbe assestarsi al 3.9% del PIL rispetto al 3.8% del 2023, per via della necessità di finanziare un più elevato fabbisogno del settore statale e dei rialzi dei tassi ufficiali della BCE. Nel triennio 2025-2027, la spesa dovrebbe crescere marginalmente, mantenendosi in media al 4,2% del PIL. Rispetto a quanto stimato nella NADEF di settembre 2023, si registra una riduzione della spesa per interessi lungo tutto l’orizzonte di previsione, dovuta all’aggiornamento dello scenario dei tassi di mercato e dell’inflazione.
  7. Priorità triennio: il Governo intende dare priorità al rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale sul lavoro. Nell’immediato, il Governo intende continuare nell’adozione di misure volte a intervenire sul profilo del deficit, migliorandolo ulteriormente anche attraverso una revisione della disciplina dei crediti d’imposta al fine di ricondurlo al di sotto del 3% del PIL entro il 2026, come previsto nella NADEF. Tali azioni saranno rivolte a migliorare non solo i saldi di competenza, ma anche quelli di cassa, abbassando così il profilo del rapporto debito/PIL già nel breve periodo.


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