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L’aiuto della AI per migliorare qualità e quantità della vita

Migliorare la durata e la qualità della vita dei pazienti ottimizzando  le risorse, generare una maggiore aderenza alle terapie e realizzare così un risparmio di circa 300 milioni l’anno. Questi i principali obiettivi ai quali tende l’attività di ricerca alla quale l’AIFA intende dar vita con il “Tavolo tecnico sulla medicina di Precisione e la Prescrittomica”, al quale, oltre agli esperti dell’Agenzia, partecipano Società scientifiche, organizzazioni delle professioni sanitarie e accademici del settore, già organizzati in gruppi di lavoro. Un’esigenza che si fa sempre più impellente con il progressivo invecchiamento della popolazione.

Una situazione che porta con sé l’aumento dei pazienti con più patologie croniche e, conseguentemente, di quelli sottoposti a poliprescrizioni. Tanto che quasi un anziano su tre (il 28,5% degli ultrasessantacinquenni secondo l’ultimo rapporto OsMed) assume 10 o più medicinali in corso d’anno, almeno 5 nel 68% dei casi. Molti trattamenti però, come ha notato il Presidente dall’AIFA, Robert Nisticò, si traducono poi in bassa aderenza e persistenza alle terapie, con danni alla salute dei pazienti e spreco di risorse. Problemi che diventano più coplicati dal fatto che l’interazione di così tanti medicinali diventa difficile da tenere sotto controllo per gli stessi medici e “che può generare effetti avversi o scarsa tollerabilità ai trattamenti”.

Ed è qui che entra in gioco l’intelligenza artificiale. “Diversi studi – ha spiegato Nisticò – hanno dimostrato che l’uso di AI per monitorare le terapie, inviare promemoria personalizzati e fornire supporti in tempo reale può aumentare fino al 20% l’aderenza alle terapie stesse. Una percentuale che si traduce in un miglioramento del 40% della qualità della vita e del 20% in termini di sopravvivenza”. Considerando poi che il costo per il SSN della mancata aderenza alle terapie è di circa 2 miliardi di euro l’anno, ecco che un aumento dell’aderenza anche solo del 15% potrebbe ridurre i costi assistenziali di 300 milioni, senza considerare quelli sociali, derivanti ad esempio dalla perdita di giornate lavorative.


In sostanza gli obiettivi del Tavolo sono:

  1. elaborare linee di indirizzo, all’interno delle competenze istituzionali dell’Agenzia, per l’applicazione della medicina di precisione nella gestione della terapia farmacologica, con particolare attenzione riguardo la politerapia, e identificare i possibili approcci della medicina di precisione nell’ambito delle buone pratiche prescrittive;
  2. definire ambiti di studio, approcci innovativi e validati per migliorare la qualità della prescrizione farmacologica anche sulla base delle informazioni di biochimica-funzionale derivabili dall’analisi del patrimonio genetico germinale di un individuo;
  3. redigere una relazione finale con l’obiettivo di informare Al Tavolo. “Con l’obiettivo non ultimo di attivare tutti i canali di comunicazione, compresi i social network, per condividere con la popolazione generale informazioni semplici e precise sull’uso corretto dei medicinali e le loro possibili interazioni”, precisa Nisticò.
  4. Oltre che dall’AI un contributo importante al buon uso dei medicinali può arrivare dalla farmacogenetica, che permette di identificare come un paziente metabolizzerà specifici farmaci.

“Nei pazienti poli-trattati – ha aggiunto Nisticò inaugurando i lavori del Tavolo – l’informazione genomica consente anche di valutare le interazioni tra farmaci e l’impatto cumulativo della terapia, adattando le prescrizioni per evitare sovradosaggi o inefficacia terapeutica dovuta a variazioni individuali del metabolismo. E questo significa poter ridurre gli effetti collaterali, come i rischi di tossicità, aumentare l’aderenza alle terapie, il tutto riducendo i costi sanitari indotti da visite ambulatoriali e ospedalizzazioni, che secondo studi Usa tra il 3 e il 7% dei casi sono causate da reazioni avverse ai medicinali”.


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