Allarme dell’OCSE: entro il 2050 gli anziani che avranno bisogno di essere assistiti aumenteranno di due volte e mezzo rispetto agli attuali; secondo il rapporto dell'Ocse Health at a Glance 2023, nel 2021 nei paesi Ocse più di 242 milioni di persone avevano oltre 65 anni, di cui oltre 64 milioni avevano almeno 80 anni. La quota di persone anziane continuerà ad aumentare, e la quota media Ocse di coloro che hanno 80 anni e più, è destinata a raddoppiare dal 4,8% al 9,8%. Se non si programmano politiche di invecchiamento in salute, ci sarà un impatto estremamente negativo sull’intero sistema, a livello mondiale.
Con tutto il dovuto rispetto all’OCSE, l’ARIS è già da qualche anno che cerca di richiamare l’attenzione sulle condizioni dell’assistenza alla fragilità, la cui figura più importante, in termini di impatto sul sistema salute del Paese, è proprio quella dell’anziano pluripatologico, bisognoso di una costante assistenza.
Abbiamo dovuto smontare le teorie di chi sosteneva l’inutilità delle RSA; le accuse di quanti ci hanno incolpato per i decessi, durante il Covid, di anziani colpiti dal virus in forma estremamente grave, trasferiti dagli ospedali alle nostre strutture – certamente inadeguate per affrontare medicalmente quello che neppure gli ospedali potevano affrontare – pur di liberare letti da occupare con malati meno gravi e certamente più giovani; stiamo chiedendo aiuto allo Stato per rinnovare i contratti ai nostri dipendenti, dimostrando, dati alla mano, che, stante le attuali tariffe convenzionate - ferme da ben oltre 12 anni -, le nostre strutture accreditatate e non profit, non sono assolutamente in grado di provvedereautonomamente, senza rischiare la chiusura e dunque la perdita di posti di lavoro, oltrechè di assistenza agli anziani.
Finalmente ora si comincia a capire quanto sia importante investire sulla buona salute delle persone fragili per il futuro della sanità. E si comincia a capire, almeno si auspica, l’importanza dell’operatività di strutture in grado di offrire assistenza alla fragilità della persona che invecchia, perde la sua autosufficienza ma non certo la sua dignità.
L'invecchiamento della popolazione del resto è una realtà tanto evidente quanto concreta; e sta accelerando, mettendo ulteriore pressione sulle capacità fiscali dei paesi di fornire un'adeguata assistenza a lungo termine (LTC). In media, la percentuale di anziani che necessitano di assistenza è destinata ad aumentare in tutti i Paesi analizzati. Si prevede un aumento del 30% entro il 2050, pari a 1,2 punti percentuali. Naturalmente l'entità di questo aumento varia a seconda dei Paesi di riferimento. Per esempio la Corea registrerà l'aumento più elevato (4,4 punti percentuali), seguita dalla Grecia (2,2 punti percentuali) e dall'Italia (1,9 punti percentuali), soprattutto a causa del più rapido invecchiamento della popolazione. All'estremo opposto, l'Ungheria e gli Stati Uniti registreranno gli aumenti più contenuti.
E’ noto poi che con l'avanzare dell'età, la salute fisica e mentale degli individui spesso può peggiorare. Si sviluppano difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane e si rendono necessari servizi di assistenza per questi adempimenti. La domanda di LTC dovuta all'invecchiamento è ulteriormente intensificata dalla diminuzione dell'offerta di assistenti familiari o informali: i nuclei familiari sono sempre più ridimensionati, i coniugi sono spesso anziani quanto l’altro da assistere, altri parenti vivono lontano e una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro, limitano il bacino di potenziali assistenti a disposizione delle persone anziane.
C’è poi da considerare il fatto che senza il sostegno pubblico, nella maggior parte dei Paesi i costi della LTC per gli anziani sarebbero inaccessibili. I costi possono rappresentare una sfida finanziaria sostanziale per le persone anziane: spesso possono arrivare a prosciugare il loro reddito disponibile. Si pensi che per le persone con esigenze gravi, servono circa 41,25 ore di assistenza settimanale, i cui costi possono essere pari a quasi sette volte il reddito mediano disponibile delle persone di 65 anni e più, a seconda del Paese. L’Italia figura al secondo posto nella classifica dei Paese con i costi più elevati.
Con l'aumento della domanda di LTC, le pressioni di bilancio si intensificheranno nei paesi Ocse, soprattutto se si considerano le spese aggiuntive per finanziare un migliore accesso e l'adeguatezza dei benefici. Si prevede che la domanda aumenterà di oltre un terzo fino al 2050. Sulla base delle proiezioni delle persone anziane che necessitano di cure e delle pressioni per garantire l'accesso a più persone, si prevede che le spese correnti in tutta l'Ocse si moltiplicheranno di 2,5 volte entro il 2050. Se i paesi migliorassero ulteriormente la generosità dei loro sistemi per ridurre gli attuali elevati costi diretti per gli individui e il significativo rischio di povertà, ciò potrebbe comportare un quadruplicamento delle spese entro il 2050.
Per affrontare questo problema l'Ocse suggerisce tre possibili opzioni: cercare fonti di finanziamento aggiuntive; migliorare il targeting dei benefici e dei servizi: il targeting degli individui con esigenze elevate e risorse ridotte può promuovere l'adeguatezza in un contesto di risorse limitate. Infine migliorare l'efficienza e contenere i costi: la promozione dell'invecchiamento sano, i miglioramenti della produttività, una migliore prevenzione, l’aiuto per ilrecupero della propria autonomia, un uso più intelligente della tecnologia e la delega dei compiti tra i lavoratori sono alcune delle opzioni che i paesi stanno promuovendo per migliorare l'efficienza e un invecchiamento sano che potrebbero portare a una riduzione delle spese del 13% entro il 2050.