Dalla Basilica di Santa Maria Maggiore a piazza San Pietro, una testimonianza concreta di “solidarietà e di amore per la vita vissuta, pur nella fragilità, nel segno di papa Francesco”. E’, in sintesi, la giornata giubilare sulla disabilità celebrata Martedì 29 Aprile a Roma dall’Istituto Serafico di Assisi. Una giornata di “preghiera, di festa e di condivisione” trascorsa dai responsabili e dai ragazzi ospiti dell’Istituto con le loro famiglie in perfetta sintonia con lo spirito dell’Anno Santo dedicato dal Pontefice scomparso ai “Pellegrini di Speranza”, uno slogan-bandiera fatto proprio da tutte le componenti dello stesso istituto assisano.
“Non sono stati semplici pellegrini, ma testimoni di una storia che parla di fragilità e dignità i ragazzi e le ragazze del Serafico che – si legge in una nota - con occhi curiosi, sorrisi e mani intrecciate a quelle degli operatori hanno aperto il loro pellegrinaggio nell'ambito del Giubileo della Disabilità attraversando la Porta Santa della Basilica di Santa Maria Maggiore, dopo essersi raccolti davanti alla tomba di papa Francesco. E mentre il mondo guarda ai pellegrini come a viandanti in cerca di fede, i ragazzi 'serafici', con corpi fragili, con storie segnate dalla disabilità, ma aperte alla vita, hanno mostrato che il pellegrinaggio non si misura in passi o in distanze, ma nella capacità di essere presenza, di costruire legami, di dare e ricevere amore”. Dopo il passaggio a Santa Maria Maggiore – raccontano gli organizzatori della giornata giubilare - il cammino è proseguito fino alla Basilica di San Pietro dove il mini “esercito” del Serafico si è fermato per un momento di raccoglimento “portando con sé la forza silenziosa della loro presenza, non da semplici spettatori, ma come protagonisti, all’insegna di una presenza viva e forte. Proprio perché la disabilità non chiude la vita, ma la apre ad altri modi di viverla pienamente attraverso la relazione e la cura reciproca”.
“Stando accanto ai nostri ragazzi si scopre ogni giorno che la disabilità non è un limite che riduce, ma una condizione che rivela il valore autentico della vita, come puntualmente abbiamo toccato con mano al Giubileo della Disabilità”, ha spiegato Francesca Di Maolo, presidente del Serafico di Assisi. L’esistenza degli uomini e delle donne, ha poi aggiunto, “non si misura tutto in base ai risultati o all’efficienza; ciò che rende piena l’esistenza di ogni persona è la qualità delle relazioni, la capacità di stare accanto e di creare legami. Papa Francesco lo ha mostrato con chiarezza: il valore di ognuno non dipende da ciò che riesce a fare, ma dall’amore che riceve e che riesce a generare. La presenza dei ragazzi del Serafico davanti alla Porta Santa e alla tomba del Santo Padre, è testimonianza viva di questo sguardo. In un tempo che fatica a riconoscere chi è più fragile, la loro presenza diventa un richiamo forte a costruire comunità che sappiano riconoscere e custodire ogni vita, senza lasciarne indietro nessuna”.